“Traducendo Dante bisogna perdere qualcosa. Potrebbe essere la bella rima che fiorisce tra i versi come il caprifoglio in mezzo alla siepe? Qualcosa di più prezioso della rima va conservato, precisamente, la fedeltà, la verità – la vita stessa della siepe”. Come l’ombra di Virgilio, così quella di Dante Alighieri ‘accompagnò’ Henry Wadsworth Longfellow lungo tutto il corso della sua vita: “monumento letterario” sempre celebrato nelle lezioni che lo scholar tenne durante gli anni d’insegnamento al Bowdoin College e all’università di Harvard; ‘materia’ d’esercizio quotidiano del translator che, per primo, offrì una versione integrale della Divine Comedy in lingua inglese ai lettori statunitensi; infine, preziosa fonte d’ispirazione e d...